L'unica cosa su cui scommettere siamo noi stessi. Una serata per educare e prevenire
- Fabio Salvi
- 23 mag 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Prevenire per noi significa educare, prevenire significa rendere forti i nostri animi affinché si possa contrastare la dipendenza e la schiavitù dal gioco. Questo è il primo passo di un percorso che stiamo disegnando e che vorremmo coinvolgesse diversi attori del nostro tessuto sociale. Iniziamo con la dottoressa Baiocchi Antonella, psicoterapeuta e criminologa che romperà il ghiaccio su questo tema percorrendo idealmente il primo passo di questo lungo viaggio.

Pochi giorni fa sono entrato in una tabaccheria di Ascoli Piceno, dovevo acquistare delle marche da bollo per una pratica urgente, c’erano lungo il muro due slot machines e un uomo di mezza età che giocava. Ha esaurito i suoi soldi, si è messo a camminare avanti e indietro per il locale. E' uscito sul porticato per accendersi una sigaretta che ha spento dopo due tiri per rientrare e andare a cambiare altri soldi, non ha resistito. Io ero in fila, mi è passato avanti senza accorgersi della mia presenza, era in preda ad un desiderio maniacale di giocare. Ho cercato di osservarlo, esprimeva una triste solitudine che mi ha lasciato per tutto il giorno con un senso di vuoto.
Abbiamo deciso di organizzare una serata per iniziare ad educare i nostri giovani, e non solo loro, alla problematica della dipendenza da gioco. E’ da tempo che nel gruppo consigliare parliamo di questo problema e dell’idea di avviare un percorso strutturato al fine di limitare i danni che la ludopatia produce e dei drammi famigliari, che molto spesso nell’omertoso silenzio dei nostri piccoli paesi, si consumano.
Prevenire per noi significa educare, prevenire significa rendere forti i nostri animi affinché si possa contrastare la dipendenza e la schiavitù dal gioco. Questo è il primo passo di un percorso che stiamo disegnando e che vorremmo coinvolgesse diversi attori del nostro tessuto sociale. Iniziamo con la dottoressa Baiocchi Antonella, psicoterapeuta e criminologa che romperà il ghiaccio su questo tema percorrendo idealmente il primo passo di questo lungo viaggio.
Seguiranno altri incontri ed altre iniziative per le quali saremo lieti di ricevere i suggerimenti , le proposte e gli aiuti di tutta la cittadinanza. Sono lieto di aver ricevuto il supporto dell’associazione giovanile Melagioco che oltre a allestire e mettere a disposizione la sala dell’incontro si è resa disponibile per l’aperitivo e per un sano torneo di ping pong al termine del convegno.
Questo è un pochino l’esempio che vorremmo emergesse da questo primo incontro, si può stare insieme senza scommettere, senza dipendere da un gioco e soprattutto senza spendere.
Si sta insieme e ci si sta bene! Sono fiducioso che a questa locomotiva in partenza si aggiungeranno altri importanti vagoni come ad esempio la futura associazione di Genitori, i gruppi parrocchiali e qualche volenteroso che ha particolarmente a cuore il problema. Partiamo, sperando in una buona partecipazione, partiamo con entusiasmo credendo che l’unica cosa su cui scommettere siamo noi stessi!
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