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Valorizzare il territorio: i sogni e la realtà dei Leoni per Rocafluvione

  • Angelo Gabrieli
  • 19 giu 2015
  • Tempo di lettura: 5 min

Il Fluvione, una forra spettacolare e sconosciuta, sulla cui valorizzazione, insieme ai paesaggi montani, la Lista Leoni aveva promesso lo sviluppo del nostro territorio si rivela una fogna a cielo aperto. Nessun progetto elaborato. Come per il recupero dei sentieri montani mancano i fondi, i progetti, le idee.

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“Viviamo in un territorio bellissimo e sconosciuto. Chiediamo il tuo consenso perché vogliamo che le sue grandi potenzialità paesaggistiche vengano, finalmente, valorizzate e apprezzate. Esse possono essere il motore dello sviluppo del nostro territorio che intendiamo ripulire e rendere accessibile, affinchè divenga oggetto di attrazione turistica e ideale luogo di soggiorno e di lavoro”.

Con queste parole, la primavera scorsa, la Lista Leoni per Roccafluvione si presentava alla cittadinanza chiedendo il consenso per governare. Un consenso che ottenne e, dal maggio 2014, il gruppo capitanato da Francesco Leoni è insediato alla guida amministrativa del nostro territorio.

Non è certo il tempo di fare il bilancio finale, ma a più di una anno dall'insediamento proviamo a fare il punto della situazione.

Due sono le principali risorse paesaggistiche del nostro territorio: il fiume e gli spettacolari scorci montani che si aprono dai Monti Sibillini, ai Monti della Laga, il Gran Sasso e l'ampia Vallata del Tronto, fino al mare.

Cosa si intende per valorizzazione delle risorse paesaggistiche? Innanzitutto permetterne la fruibilità, attraverso percorsi stabiliti, adeguatamente corredati di tabelle direzionali ed esplicative, oltre a luoghi di sosta e di ristoro; in secondo luogo la pubblicizzazione, in primo luogo sul web, dove i costi sono pari a zero, se si esclude il lavoro di progettazione e immissione dei dati nei siti appositamente realizzati.

Per rendersi conto di cosa sia stato fatto in più di un anno per realizzare il proposito enunciato al primo punto del programma di Leoni, basta guardarsi intorno, nei borghi montani o lungo il fiume per rendersi rapidamente conto che tutto è come prima, se si esclude qualche tabella apposta dal vicesindaco Ianni lungo il percorso di una passeggiata, attività che gli è particolarmente cara.

Non un solo sentiero è stato attrezzato con i luoghi di sosta che tante suggestioni avevano creato tra molti concittadini. E' stato deciso che inizialmente si sarebbe puntato a ripulirne quattro, distribuiti in modo bilanciato nel territorio. Per cominciare sarebbe stato necessario stabilire in dettaglio il percorso, tracciarne delle mappe, programmare una serie di interventi per individuare le piazzole panoramiche da attrezzare, e iniziare un cospicuo lavoro di reperimento dei dati da immettere in siti web appositamente realizzati. A questo progetto iniziale ho partecipato mettendo a disposizione le mie idee e le mie competenze. Ho appositamente realizzato un vastissimo sito web a uso interno in cui ogni componente del gruppo di lavoro avrebbe potuto iniziare a immettere dati e foto da utilizzare per il progetto di un portale che rendesse visibile a ogni navigatore la bellezza del nostro territorio, ma non è stato utilizzato. Oltre ai contenuti che vi ho immesso personalmente non c'è stato nessun altro apporto.

Ovviamente un lavoro del genere avrebbe richiesto la partecipazione del maggior numero di persone possibile e per ottenerla sarebbe forse bastato chiedere, alla Pro-Loco, alle altre associazioni, ai singoli cittadini di partecipare. Ma niente è stato fatto in proposito. Tutto questo non avrebbe richiesto altro che lavoro volontario, zero costi per spazio web e lavoro di grafica multimediale, di cui mi sarei fatto carico senza alcun costo per le casse comunali.

Perché non è stato fatto? Non si sa. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che il nostro vicesindaco non autorizzi niente di cui non possa prendersi il merito principale, ma è solo una ipotesi, per quanto il sospetto sia legittimo. Alcune risposte di Guido Ianni nelle varie conversazioni sul web fanno pensare che abbia una certa inclinazione a concepire la partecipazione della cittadinanza più come presenza passiva (un pubblico, in altri termini), piuttosto che come apporto propositivo e attivo, ma anche questo è solo un sospetto, per quanto possa sembrare fondato. Si sa che ogni artista, del resto, ha bisogno dell'applauso.

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Il secondo elemento da valorizzare sarebbe ovviamente il fiume. La forra del Fluvione è qualcosa di unico. Nel giro di pochissimi chilometri, tutti in prossimità del nostro centro storico, si possono trovare una serie di scorci altamente spettacolari, sebbene di difficilissimo accesso. Anche qui nessun intervento, nemmeno conoscitivo, per valutare dove intervenire, è stato fatto. Anche questo non avrebbe richiesto alcun esborso di fondi pubblici, che, si sa, scarseggiano. Sarebbero stati sufficienti una serie di sopralluoghi per avviare la riflessione sui possibili interventi. Elaborare quindi un piano di sviluppo, da perseguire nel tempo.

Ci si sarebbe resi conto, ad esempio, che quella che, a ragione, consideriamo una straordinaria risorsa del nostro territorio, è costellata da decine di scarichi a cielo aperto, dove alle cascate naturali, di cui pure è ricco il fiume, se ne aggiungono una piccola serie costituita da acque bianche e acque nere, Cosa intenda fare il comune per porvi rimedio è urgente da sapere.

Gli interventi necessari saranno numerosi e rilevanti. La lottizzazione che ha permesso l'edificazione di molte costruzioni al di sotto della linea della fogna principale risale ai tempi dell'amministrazione Spadoni. Interpellato in proposito l'allora vicesindaco Di Fabio afferma che comunque il problema sarebbe risolto dalla profondità della conduttura fognaria, che interventi successivi alla sua realizzazione hanno reso probabilmente accessibile a tutte le abitazioni. Sappiamo che alcuni cittadini sono stati costretti a ricorrere a percorsi più lunghi per aggirare le pendenze ed accedere al condotto principale, ma questo dimostra che, pur con qualche difficoltà, l'allaccio è possibile.

Essendo l'allaccio alla rete pubblica di competenza esclusiva della proprietà dell'edificio, non sembrerebbero esserci, da parte dell'amministrazione, molte possibilità di contribuire alla spesa. Ciò nondimeno il problema va affrontato e risolto.

Recentemente un cittadino, esperto pescatore e conoscitore del fiume, ha documentato con una serie di foto, la serie impressionante di scarichi a cielo aperto che si possono riscontrare nel tratto che va da Ponte Nativo a Marese. Il consigliere Di Fabio mi ha comunicato che procederà a una serie di verifiche per prendere diretta conoscenza della situazione, ma, una volta verificata la presenza degli scarichi, al comune competerà l'obbligo di comunicare alle autorità forestali o sanitarie le irregolarità riscontrate con conseguente obbligo di mettersi in regola da parte dei responsabili degli scarichi. E' probabile che in alcuni casi la spesa possa risultare insostenibile per molte famiglie e c'è da augurarsi che la comunità possa in qualche modo venire incontro ai loro bisogni, ma la situazione va inevitabilmente affrontata. In caso contrario gli enunciati dei programmi elettorali si rivelerebbero,una volta ancora, ennesimi specchietti per le allodole da chiamare al voto. Dopo di che, si fa quel che si vuole e che si può.

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