Rockfluvione in Concerto
- Anna Cecilia Poletti
- 23 giu 2015
- Tempo di lettura: 3 min
Dall'ultima volta che li ho ascoltati sono tutti cresciuti, musicalmente cresciuti, nelle competenze strumentali e vocali e nella gestione delle emozioni. Per quanto riguarda il gruppo si intuisce che i ragazzi sanno svolgere il proprio ruolo tenendo sottocontrollo ciò che avviene intorno, aspetto fondamentale quando si suona insieme.
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Spicca un pianoforte bianco sotto il cielo terso e la sua coda sembra la prosecuzione della luminosissima falce di luna crescente. Fa freddo. In nostro clima a volte non perdona.
Arrivo che la piazza è già affollata; sono parenti, amici: quando sono coinvolti i ragazzi del paese Roccafluvione non fa mancare il pubblico anche se a pochi metri sta terminando un’altra manifestazione di richiamo come il Ve.Ro. Sport.
Piano piano arrivano anche le persone che sono presso gli impianti sportivi. Qualcuno si trattiene, qualche altro passeggia per non sentire troppo la bassa temperatura. Chi non sente il freddo e, probabilmente non avrebbe sentito nemmeno il caldo,è il gruppo di bambini e ragazzi che sta per esibirsi, anche se il freddo rischia di irrigidire le dita, le corde vocali. C’è un’emozione bella dietro le quinte, non di ansia ma desiderio di andare in scena. Stanno preparando dal pomeriggio, collaborano in vari aspetti. Emergono sorrisi. Su tutto: sorrisi schietti, naturali.
Primo obiettivo raggiunto (mi dico): offrire un’attività culturale che permetta a bambini e ragazzi di vivere in paese un’amicizia creativa, di stare bene insieme. Ma passiamo alla musica; è ora di andare in scena.
Iniziano i pianisti, solisti e in duetto con l'insegnante che canta. Repertorio pop, classico. Dalla più piccola, Giada Pompetti, passando per Mario Strambi, Vanessa Pompei, fino a Sara Trivelli che suona e canta, espressiva, decisa. I chitarristi spaziano dal pop al rock al country. Abbiamo ascoltato il più piccolo di quarta elementare, Tommaso Federici, poi Samuele Valentini e Cristian Conti in duetto, Martina Rotili e infine Francesco Saverio Capriotti, il più esperto.
Un piccolo ospite speciale, che cerca di vincere le difficoltà che gli derivano dalla cecità anche attraverso la musica; alla batteria, allievo di Pierpaolo Sita, arriva addirittura da Pescara.
Poi la musica d'iniseme: si alternano i chitarristi e i pianisti, il basso è imbracciato da Francesco Saverio, alla batteria sempre Marco Bruni. Le cantanti Silvia Strambi (pronuncia pulita, voce limpida), Maria Chiara Bruni (sicurezza da vera leader) e la piccola Marta D'Andrea.
Dall'ultima volta che li ho ascoltati sono tutti cresciuti, musicalmente cresciuti, nelle competenze strumentali e vocali e nella gestione delle emozioni. Per quanto riguarda il gruppo si intuisce che i ragazzi sanno svolgere il proprio ruolo tenendo sottocontrollo ciò che avviene intorno, aspetto fondamentale quando si suona insieme. E si intuisce la soddisfazione, la gioia che li anima, superiore alla legittima emozione di suonare in pubblico. Sono cresciuti anche gli insegnanti. Emozionanti i duetti di Giuseppe Lori con i suoi allievi. E se inteneriva il rapporto del piccolo Tommaso con il suo insegnante Daniele Sturba, se stupiva la precisione e l'espressività dei chitarristi fin dalle prime armi, oggi posso dire che Daniele ha compiuto un gran bel lavoro sul gruppo. Ho visto molto soddisfatto anche lui: è stato il primo concerto in cui ha preso la parola.
Michelle Salvi, insegnante di canto, ne ha conosciuti diversi da piccoli piccoli, quando frequentavano con lei il corso di propedeutica; si capisce che è piacevolmente sorpresa nel ritrovarli. La musica, come tutte le attività anche artigianali, premia la costanza, il tempo. I risultati si vedono dopo anni e un plauso va davvero fatto agli insegnanti che da subito abituano gli studenti a suonare insieme.
Se devo proprio trovare un aspetto nel quale si può crescere (a parte nello studio individuale dei singoli strumenti com’è ovvio) è quello di uscire dallo schema del saggio: ovvero il programma proposto secondo la successione per classi, quindi la successione dal più piccolo al più grande. I ragazzi l’hanno superata, si percepiva chiaramente. Sono pronti per un programma tematico, per offrire una serata che lasci al pubblico emozioni e pensieri legati a un contenitore diverso dal saggio di bravura.
RockFluvione andrà avanti e riprenderà i lavori a settembre. Le premesse perché si crei un bel gruppo di amici ci sono tutte e mi pare sorprendente: nel gruppo ci sono bambini, ragazzi che si avvicinano alla terza media, un ragazzo delle superiori la cui presenza dà sicurezza a tutto il gruppo e lui sembra contento di essere in qualche modo responsabile dei componenti più giovani.
Il secondo obiettivo che avevo aprendo la scuola era quello di offrire un’attività culturale che potesse durare e crescere nel tempo fino a superare il muro del cambio di ordine scolastico e di sede degli studi, per creare un motivo in più per sentire di appartenere ancora a questa comunità. Dovesse realizzarsi sarebbe la prima attività culturale a riuscire nell’intento.
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