Riccardo Tagliapini: VE.RO Sport e non solo
- Graziano Ruzzini
- 6 lug 2015
- Tempo di lettura: 7 min
"Lotta, guerra, faide medioevali. Avevo sognato di erigere delle alte mura intorno ai Comuni di Roccafluvione e Venarotta, avevo sognato di creare una economia interna capace di sorreggerci l'uno con l'altro, avevo sognato la creazione di un feudo pronto a combattere per la sopravvivenza dei propri cittadini. Poi sono rinsavito ed ora spero che qualcuno possa fare meglio di quanto ho fatto io o almeno di quanto ho provato a fare."

Si è da pochi giorni conclusa la seconda edizione del VE.RO. Sport Festival, una serie di eventi organizzati in collaborazione dalle società sportive di Roccafluvione e Venarotta quasi a suggellare l'avvicinamento delle due realtà che, messi da parte gli antichi campanilismi e partendo principalmente dalla gestione del settore giovanile, hanno negli ultimi anni sempre più spesso unito sforzi ed intenti per il bene comune e soprattutto per il bene dei nostri ragazzi.
L'iniziativa voleva probabilmente essere un ulteriore esempio di ciò che si può fare unendo le forze. Di come due piccole realtà possano ottenere grandi risultati semplicemente mettendo da parte i campanilismi e unendo gli sforzi per il raggiungimento di un obiettivo comune. Esempio che si sarebbe poi potuto trasferire anche in altri ambiti della vita sociale e politica dei due paesi. Purtroppo la sensazione, confermata anche dalla scarsa partecipazione, è che tale messaggio non sia stato recepito, che le divisioni tra i due paesi e anche all'interno della cittadinanza dei due paesi sono ancora troppo forti perchè tale processo abbia successo e che a questo punto anche il futuro del VE.RO. Sport Festival sia in dubbio.
A tale proposito ho pensato di intervistare Riccardo Tagliapini, abitante di Roccafluvione, ex presidente del Venarotta Calcio e artefice principale della nascita di questa iniziativa, chiedendogli in primis come fosse arrivato alla presidenza del Venarotta, ma soprattuto cosa rappresentasse per lui la collaborazione con l'ASD Roccafluvione, come fosse nato e quali obiettivi si prefiggesse il VE.RO. Sport e, ultimo ma non meno importante, quali sono state le difficoltà incontrate e cosa lo ha spinto ad abbandonare questo progetto. Di seguito le sue dichiarazioni:
"Rispondo mal volentieri ad alcune domande che mi sono state poste dal mio amico Graziano, il silenzio è veramente una delle cose più preziose e confortanti che accompagnano la mia vita ma il suo pressing è stato veramente di alto livello.
Parlo per me e non assolutamente per gli amici e componenti della dirigenza del Venarotta Calcio che mi hanno accompagnato e quindi tutto questo è solo frutto del del mio personalissimo pensiero, gente saggia come il Sig. Graziano Giordani ha sicuramente cose più intelligenti da fare che stare dietro ad idiozie come quelle che sto per scrivere.
Tempo fa ebbi l'idea di avvicinarmi al mondo del calcio dalla parte di chi lo gestisce, essendo io rimasto folgorato dal Venarotta Calcio dopo aver partecipato da spettatore a quel meraviglioso evento che è il memorial Peppe Ciotti, una domenica dell'anno dedicata ai bambini e allo sport.
Ragazzini felici, organizzazione impeccabile, entusiasmo ed altre belle sensazioni hanno conquistato il mio cuore e decisi appunto che sarei stato onorato di far parte di tutto ciò!!!! La rete era stata gettata ed io con l'animo di un bambino mi sono catapultato in questo mondo.
Ad oggi dico che è stato uno dei più grandi errori della mia vita.
Avendo al mio fianco una persona illuminata come il Presidente Graziano Giordani proposi a lui di iniziare una collaborazione più stretta appunto con il Roccafluvione Calcio e relativa Amministrazione pensando di poter così iniziare a fare breccia nelle persone meno favorevoli, diciamo così, al "malaugurato" avvicinamento dei due paesi. Il mio obiettivo era quello di unire le forze e l'entusiasmo con la speranza di diventare un unico grande gruppo, anche se diviso nei nomi.
Iniziai con organizzare il pranzo di Natale insieme appunto al Roccafluvione Calcio e partecipando a qualche riunione per cercare di esporre il mio progetto. Avevo pensato ad un grande VenaRocca, addirittura feci stampare sciarpe e cappellini che distribuii appunto ad uno dei pranzi di Natale. Fin qui tutto bene, la mia soddisfazione era grande, da una parte comunque eravamo presenti per il Roccafluvione aiutandoli anche nei loro bisogni e dall'altra il Venarotta cresceva.
Ad un certo punto però ho iniziato vivere delle situazioni assolutamente surreali e paradossali dove, ahimè, venivo incolpato di chissà quali cospirazioni o delitti su questioni lontane anni luce dal mio modo di essere.
Morale della favola mi sono ritrovato alcuni paesi limitrofi contro per questioni sportive assolutamente folli, mi sono trovato a perdere amici e a trovare nemici senza un perché ma ho sempre stretto i denti, sempre pensando al bene dei bambini dei due paesi ai quali una bella possibilità sarebbe stata riservata se avessi continuato a far crescere i grandi del Venarotta Calcio pensando di coinvolgere sempre più la mia Roccafluvione.
Un giorno addirittura decisi di chiedere la collaborazione di Luigi Casciaroli, uno dei personaggi "meno amati" a Venarotta, sempre calcisticamente parlando, nonché dirigente del Roccafluvione Calcio e così lo portai a far parte della dirigenza del Venarotta stesso per suggellare le intenzioni di unione comune.
Le cose andavano bene, i paesi si avvicinavano ed io "litigavo" solo con il mio caro amico Luca Capriotti, figlio dello storico, mitico Presidente del Roccafluvione Adriano Capriotti, in quanto oramai era rimasto uno dei pochi a combattere la possibilità di questa paventata fusione.
Conoscendo le capacità organizzative di Luca parlai con il mio amico Piero Orsolini e iniziammo a pensare a qualcosa da fare insieme appunto al Roccafluvione per unire i paesi, pensammo ad una serie di eventi da fare in condivisione e pensammo che uno come Luca non avrebbe resistito a mettersi a disposizione, lui come tutti gli altri nostri amici, sempre di Roccafluvione, con i quali era molto legato. Così fu.....
Ricordo la prima riunione a Venarotta dove dovevo mediare le reciproche perplessità e dove per la prima volta parlammo come veramente una unica grande famiglia. Ne uscimmo con addirittura il nome, era nato il VE.RO. SPORT FESTIVAL, ed il nome indovinate un po' era stato inventato proprio dal nostro Luca Capriotti.
Avevo raggiunto tutto quello che volevo ma la forza di coloro che remavano contro si è poi dimostrata più forte di tutte le mie più belle speranze, più forte dell'entusiasmo della mia Francesca, dell'amore di alcuni che sempre mi sono stati vicini e di coloro che hanno sempre creduto in me e nel mio progetto per non parlare del grande Graziano Giordani che follemente mi appoggiava in tutto con entusiasmo e generosità.
Tornando al VE.RO SPORT FESTIVAL il primo anno per farlo crescere minacciai di non rifare il settore giovanile se non ci fosse stata buona affluenza e qualcuno, appunto il primo anno, si è visto mentre nel secondo anno il boicottaggio è stato totale.
Per quanto riguarda Roccafluvione secondo me le due fazioni politiche presenti non hanno trovato la forza per poter lavorare insieme neanche pensando al bene dei nostri ragazzi. Per quanto riguarda Venarotta gran parte della popolazione non ha voluto schierarsi apertamente dalla nostra parte per timore forse di ripercussioni di non so quale tipo e non so neanche da parte di chi. So solo che alla gara di briscola di quest'anno si è faticato ad arrivare a sedici coppie e alla partita delle vecchie glorie, per il Venarotta abbiamo faticato ad arrivare ad undici e cosa ancor più grave alla cena serale hanno partecipato del Venarotta solo in quattro gatti, nemmeno tutti quelli che erano venuti a giocare.
Nel frattempo c'erano state le elezioni e la superficialità utilizzata da alcuni nell'affrontare questioni più grandi di noi, il non capire l'importanza del ruolo e delle decisioni da prendere distraeva sempre di più il mio animo dall'obiettivo finale. A volte è umano pensare di dover dire la propria per forza o volere aver sempre per forza ragione. Io ho passato da un po' questa fase e guardo con grande amarezza e rassegnazione coloro che pensano di essere depositari della verità e che amano imporsi solo per il gusto di farlo non pensando alla gravosità della cose che incombono.
L'Amministrazione comunale di Roccafluvione in tutto questo poco si interessava a noi, continuavamo a pagare il Palazzetto dello sport (ma questo da anni) non calcolando che 40 bambini del paese ne usufruivano sotto la nostra organizzazione e sottovalutando il fatto che per noi era impossibile farsi pagare da tutti, anche perché lungi da noi andare a richiedere i soldi a qualcuno che per un motivo o per un altro si fosse trovato in difficoltà. Dall'altra parte il Comune di Venarotta che seppur partecipava in misura maggiore non riusciva a districarsi nei meandri delle intriganti questioni delle Casate Venarottesi.
Lotta, guerra, faide medioevali. Avevo sognato di erigere delle alte mura intorno ai Comuni di Roccafluvione e Venarotta, avevo sognato di creare una economia interna capace di sorreggerci l'uno con l'altro, avevo sognato la creazione di un feudo pronto a combattere per la sopravvivenza dei propri cittadini. Poi sono rinsavito ed ora spero che qualcuno possa fare meglio di quanto ho fatto io o almeno di quanto ho provato a fare.......e dunque cavalieri difensori dell'una e dell'altra fazione, dell'uno e dell'altro paese, è ora di scendere in campo e di dimostrare che oltre alle chiacchiere siete capaci di fare altro.
La grande paura è che qualcuno non abbia ancora capito (e non parlo di questioni sportive) che qui è finito tutto, che stiamo morendo, che la luce è anch'essa sopita e che la nostra unica speranza sono proprio quei ragazzi che vanno accompagnati sin da piccoli nella ricerca e nella cura di quei valori che ahimè, troppo spesso, quasi tutti, me in testa dimostrano di aver perduto.
Spero tanto si possa continuare con il VE.RO SPORT FESTIVAL, magari senza di noi qualche persona in più parteciperà e spero tanto che finalmente possa svilupparsi un settore giovanile all'altezza dei numeri di bambini coinvolti, dei sostenitori e del livello degli allenatori che ne gravitano attorno........anche perché quest'anno è il primo per il mio piccolo Giacomo.
Spero vivamente che si riesca a tornare indietro e che qualcuno più in gamba di me possa coinvolgere tutte le persone dei due Comuni e possa spiegare meglio loro che non è più ora di giocare ai soldatini o ai carbonari, altrimenti le nostre comunità tra un po' spariranno...........forse! Ai posteri l'ardua sentenza!.
PS il mio non è un dibattito su cui discutere e mai risponderò a chi mi voglia coinvolgere nel ricordo di questa mia triste passata esperienza ma dalle estenuanti richieste del mio amico Graziano non sono potuto fuggire......!"
Queste le parole, che lasciano trapelare non poca amarezza, di Riccardo Tagliapini. Una persona eclettica e capace che coltivava il sogno di due comunità che, non dimentichiamolo, condividono anche parte del territorio, in grado di unire gli sforzi per il bene comune. Sogno che io condivido ma che, purtroppo, riteniamo ancora lontano dal realizzarsi.
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