Sartoria o pittura? Entrambe.
- Anna Cecilia Poletti
- 14 ago 2015
- Tempo di lettura: 3 min
Quello che Ida Federici ha compiuto su tutte e 23 le opere in mostra in Monna Lisa & Co, per la scelta dei tessuti con cui realizzare i costumi, è un'operazione che, come ha dichiarato più volte, l’ha costretta a osservare i dipinti con sguardo differente.
Tessuti, finiture, ricami, passamaneria. Parliamo di arte: sartoria o pittura? Entrambe.
Antonello da Messina è stato probabilmente il maggiore esponente del rinascimento siciliano per ciò che concerne l’arte pittorica. È riuscito a conciliare l’attenzione ai particolari della scuola fiamminga con l’approfondimento psicologico della scuola italiana. Così nei suoi ritratti si trovano la naturalezza, le sfumature dei diversi tessuti degli abiti e dei particolari e al tempo stesso l’intensità emotiva dei personaggi che non sono mai solo descritti ma interpretati.
E un lavoro di interpretazione è stato anche quello che Ida Federici ha compiuto su tutte e 23 le opere in mostra per la scelta dei tessuti con cui realizzare i costumi, operazione che, come ha dichiarato più volte, l’ha costretta a osservare i dipinti con sguardo differente.
Per Monna Lisa & co interpreta “La Vergine annunciata di Palermo” in cui Antonello da Messina esprime il turbamento di Maria, il timore di aver ricevuto una responsabilità troppo grande. L’angelo non è rappresentato, l’attenzione è tutta sull’atteggiamento di Maria che sembra proteggersi con la mano, allontanare il messaggero di una verità tanto scomoda. Antonello riesce a cogliere il momento di smarrimento tra l’annuncio e il “sì”.

“In questa bizzarra mostra rappresento LA VERGINE ANNUNCIATA di Antonello da Messina" racconta Ida Federici, " A dire il vero non avevo mai visto questo quadro quindi il doverlo interpretare, studiarlo per riprodurre l'abbigliamento e per assumere le corretta posizione mi ha fatto guardare per la prima volte un quadro in modo diverso, più a fondo!!! quando poi ti trovi dietro alla cornice le emozioni sono tante e tutte molto forti ti domandi come reagiranno le persone quando ti vedranno; quali potrebbero essere i loro commenti, belli, brutti... quando poi tutto ha inizio ti rendi conto ascoltando i visitatori ( perché io dalla mia posizione non posso ben vedere i loro volti, diciamo che vedo più i loro piedi, ma ascolto benissimo i loro commenti) e rimangono tutti estasiati, entusiasti di ciò che vedono e in quel momento ti rendi conto che stai dando delle belle e grandi emozioni. E non potete immaginare quanto tutto questi riempia il cuore di gioia”
Uno dei ritratti che ha avuto l’ interprete tra i più somiglianti è “Ritratto d’uomo” sempre di Antonello da Messina. Qualcuno ipotizza sia un autoritratto giovanile. Il giovane uomo probabilmente, a giudicare dai vestiti e dal portamento spavaldo, lo sguardo sicuro e acuto rivolto negli occhi dello spettatore, doveva essere altolocato. L’opera viene ricordata anche perché riportata nella quarta serie delle 5000 lire (in vigore dal 1979 in poi). L’interprete per Monna Lisa & co. è stato Sergio Galiè, che nelle tre edizioni ha assunto una somiglianza sempre maggiore.

“Esperienza che si ripete per la terza volta non significa assolutamente rivivere le stesse sensazioni per altrettante volte", racconta Sergio Galiè. "È vero che i commenti spesso sono simili, passando facilmente dalla forma interrogativa a quella esclamativa..."Ma è quello delle cinquemila lire?" "Sono uguali!", ma ogni volta lasciano in me un infinito entusiasmo con la sensazione che lo stia facendo per la prima volta. A differenza delle volte precedenti, questa è stata personalmente molto più sofferta dovuto probabilmente al fatto che il mio pesantissimo vestito non era adatto a certe temperature”
Somiglianza fisica e caratteriale, affinità di ruoli o situazioni di cui si era a conoscenza, sono state anche il filo conduttore nella scelta degli interpreti. Osservare un quadro, immaginare chi potesse interpretarlo e andare semplicemente a chiederglielo: questo il lavoro preliminare di Walter Galotto per Monna Lisa & co. Con il rischio di essere preso per matto.
Il racconto di questa fase del lavoro ha dato origine anche a una simpatica gag durante lo spettacolo di presentazione delle opere in mostra a Grottammare e protagonista è stata ancora un’opera di Antonello da Messina: stavolta il “San Sebastiano”. La somiglianza con il Sindaco Piergallini è sembrata lampante, sia fisica, sia nella situazione: chi al giorno d’oggi, più di un sindaco, possiamo immaginare trafitto ovunque da problemi, ansie, preoccupazioni? Così, ha pronto un posto in cornice, sempre che qualcuno trovi il modo di far reggere le lance. Il Sindaco, divertito e partecipe in tutto la performance, ha dichiarato già che lo spettacolo è scritturato anche per l’anno prossimo.

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