Come Cristo Comanda. Le tre C dell’alimentazione Mariani.
- Anna Cecilia Poletti
- 13 mar 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Un monito inoltre va alla amministrazioni comunali affinché si adoperino per inserire i legumi nell’alimentazione quotidiana delle mense scolastiche, soprattutto quelle rivolte ai bambini dai tre ai 5 anni. Infatti se i bambini non iniziano presto ad abituarsi a mangiarne poi sarà difficile, da più grandi, che vogliano farne uso.
Fiera delle Piante 2016 e anno internazionale dei legumi. Estratti dal convegno

Tra l’Appennino e l’Adriatico, proprio nella nostra regione, c’è un’altissima densità di ultranovantenni e centenari. Stile di vita e alimentazione sono gli elementi basilari della loro longevità, caratteristiche che le generazioni successive hanno radicalmente modificato fino ad arrivare a un 2014 nero in cui i decessi tra persone più giovani di 40 anni sono stati superiori a quelli degli over 65, 4 su 10 dovuti a ictus o infarto.

Il Dott. Mauro Mario Mariani, angiologo e nutrizionista, divenuto, come afferma ironicamente, “da angiologo a mangiologo” ha iniziato a studiare gli effetti dell’alimentazione sulla salute e sulle aspettative di vita durante il suo lavoro di guardia medica a Comunanza, intervistando due sorelle ultracentenarie e confrontando il loro stile di vita con quello attuale. Il nostro stile alimentare non solo risulta squilibrato ma è anche insostenibile dal punto di vista ambientale. Basti pensare a tutte le problematiche che sono emerse a causa dell’utilizzo dell’olio di palma. I cambiamenti climatici si ripercuotono a loro volta sulla salute degli individui in una spirale senza fine. C’è un consumo crescente di prodotti a lavorazione industriale (come gli hamburger) che risultano nocivi come l’uso di 7, 8 sigarette. Occorre, come rileva uno studio condotto dall’Università di Harvard che ha dettato anche le linee guida per l’alimentazione, un ritorno alla tradizione.

Una corretta alimentazione deve essere fondata su 5 elementi: frutta, verdura, cereali integrali, olio monovarietale (ovvero prodotto con olive di una sola qualità, raccolte e portate al frantoio) e legumi. Quando non c’era il frigorifero per poter conservare la carne, le proteine venivano assorbite attraverso il consumo proprio dei legumi e dei legumi essiccati. L’alimentazione tradizionale, per ragioni di equilibri tra principi nutrizionali, è basata su una combinazione perfetta di cereali e legumi. La combinazione di farro e fagioli dà un apporto di proteine superiore a quello della carne e in compenso non acidifica. Come pure la combinazione di riso e lenticchie (non casualmente piatto nazionale in tutta l’India e in misura minore anche nella regione che va da Pakistan a Indonesia) che, per il loro alto contenuto di ferro, vengono utilizzate anche come terapia in casi di anemia dovuta ad esempio a mestruazioni abbondanti. Le fave andrebbero consumate con il pane e olio ma senza formaggio che acidifica.
Una combinazione ottima per qualche cena infrasettimanale è iniziare il pasto con un’insalata di finocchi, olive nere, arancia, olio, pane a lievitazione naturale e continuare con un piatto di lenticchie. Mangiando sano durante la settimana, nel giorno di festa si può consumare carne più grassa ma sempre meglio iniziare il pasto con un’insalata e aggiungere in coda della cicoria.
Un monito inoltre va alla amministrazioni comunali affinché si adoperino per inserire i legumi nell’alimentazione quotidiana delle mense scolastiche, soprattutto quelle rivolte ai bambini dai tre ai 5 anni. Infatti se i bambini non iniziano presto ad abituarsi a mangiarne poi sarà difficile, da più grandi, che vogliano farne uso.
“Viva Roccafluvione, viva i legumi, viva la fiera delle piante!”
E viva il dott. Mariani, avvincente e convincente.



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