Paese che sei tu
- Walter Galotto
- 27 giu 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Serena Kačan Poletti nel ricordo di Walter Galotto - " Non credo ci sia persona che a Roccafluvione non abbia almeno un piccolo ricordo di te, te che ti sei spesa per un paese che hai modellato con saggezza, cura, precisione, che hai decorato di armonia, accoglienza, cultura e teatro."

La prima volta che ti imitai, mi misi un borsellino su una mano e una sigaretta sull’altra. Scesi le scalette del palco e mi stavi aspettando seria, con le mani sui fianchi, tipo un’anforetta. Io pensai “Mo me fa la festa!”. Mi guardasti cattiva e mi dicesti “Io non fumo!” e iniziasti a ridere a crepapelle e salisti con me sul palco. In quel momento ero vestito da te ma pensai “Non bastano due abiti e una parrucca per racchiudere l’immensità di questa donna”. La stessa cosa penso oggi: sei unica, tanto che non credo ci sia persona che non abbia almeno un piccolo ricordo di te, te che ti sei spesa per un paese che hai modellato con saggezza, cura, precisione, che hai decorato di armonia, accoglienza, cultura e teatro.
Serena non muore, perché a Roccafluvione c’è un po’ di lei in tutto!
Ti ricorderò ad ogni apertura e chiusura di sipario; ti penserò ogni volta che racconterò di questo paese; ti sorriderò ogni volta che mi pizzicherà il naso per via della polvere del teatro; ti avrò nel cuore ad ogni applauso che riceverò, perché grande merito di quei battiti di mani, lo devo a te; ti sentirò ogni volta che canteremo “Perché tu mi hai amato”, ricordando quel giorno che durante le prove mi cantasti la frase che fa “…quando arriverò da Te, alla tua porta, io mi perderò in Te…” e mi dicesti “Chissà se un giorno ci rincontreremo lassù…”.
Ti sentiremo nei nostri passi ad ogni passeggiata che faremo in questo paese, paese che sei tu!
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