Voci dal campo (sommerso di neve)
- Angelo Gabrielli
- 17 gen 2017
- Tempo di lettura: 4 min

"Credo che i responsabili della Protezione Civile (incluso Errani) debbano vivere sotto tenda nelle valli accanto alla gente per capire le situazioni ."
Forse speravano che l'inverno non sarebbe arrivato. O che sarebbe stato clemente. O che il tempo sarebbe scorso più lentamente. Per quali che fossero le speranze, si stanno riversando sulle nostre montagne dilaniate dal sisma pesanti coltri di neve, temperature siberiane, con gli animali di troppe stalle senza riparo che muoiono al gelo, con troppi edifici pericolanti ancora inaccessibili, o perché non sono state rimosse le macerie intorno, come nel caso di diverse abitazioni del centro storico di Amatrice, o perché non si sono ancora fatti gli interventi di messa in sicurezza, quando, per evitare l'ulteriore deterioramento, sarebbe anche bastato mettere un telo impermeabile sul tetto, come lamenta ad esempio Pino Bolli, la cui casa paterna in una delle frazioni del cratere del sisma, danneggiata dalle scosse, è ancora in piedi ma dal tetto filtra l'acqua e mette a rischio non solo quanto vi è custodito ma rischia di crollare per le infiltrazioni che indeboliscono ulteriormente la struttura.
Come molte vittime del terremoto Bolli avrebbe potuto provvedere autonomamente a coprirla, sostenendo le spese, ma i regolamenti non glielo permettono e se lo facesse, violandoli, rischierebbe l'arresto.
Certamente una parte delle responsabilità ricade sulle ditte vincitrici degli appalti che hanno un incredibile ritardo, ad esempio nel costruire le stalle.
Certamente hanno pesato le passate esperienza dell'Aquila, ad esempio, dove dopo il terremoto si scatenarono gli appetiti famelici di imprenditori spregiudicati e criminali che lucrarono sulla tragedia per cui sono state emesse rigide regole per l'assegnazione delle appalti.
E' certamente falso e da irresponsabili sostenere che il governo non abbia fatto niente dai giorni del sisma, come sostengono alcuni spregiudicati agitatori alla ricerca di visibilità, ancora una volta sulle spalle delle vittime, ma non si possono negare ritardi e inadempienze nella gestione post sisma. Alcune di queste sono state più volte sottolineato dall'encomiabile sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che da tempo sostiene che non si possono affrontare con mezzi ordinati situazioni di emergenza che richiedono interventi rapidi e straordinari.
Niente può giustificare che Amatrice non sia stata ancora liberata dalle macerie. Che non sia stata ancora ripristinata la viabilità per l'accesso ad alcune frazioni semidistrutta dal sisma. Del resto a cosa serve un Commissario straordinario per la ricostruzione se non a mettere in pratica tutti provvedimenti straordinari necessari per alleviare i disagi di una popolazione già abbondantemente provata?
Ad Amatrice, ad esempio, si sono ricostruiti due ponti in pochi giorni per ripristinare l'accesso alla cittadina, grazie al genio militare. Perché non lo si è utilizzato in modo massiccio anche per la rimozione delle macerie e la costruzione delle stalle ad esempio?
La discussione sul tema è inevitabilmente accesa e soprattutto sul web si registrano importanti e competenti prese di posizione da persone impegnate sul campo.
Leggiamo ad esempio sul profilo di Francesco Riti (instancabile responsabile col campo allestito ad Acquasanta Terme, dopo il sisma): "Servisse per far saltare definitivamente questo SISTEMA basato su persone raccomandate e terminali della politica romana, allora ben vengano due metri di neve..... ma la gente stavolta deve aprire definitivamente gli occhi sulla pericolosità di certe persone senza un briciolo di competenza sulla gestione di teli eventi !!!! Come dicono i pirati, beviamoci su.... la montagna è come il mare.... (i suoi abitanti n.d.r) per fortuna non perdonano !"

Così risponde il Generale Osvaldo Bizzari che ha operato ininterrottamente in Afganistan per 4 anni. Capo di SM In Bosnia , Capo di SM in Kosovo, Direttore del JOC (sala operativa) a Pristina. "...ma personalmente credo che i responsabili della protezione civile (incluso Errani) debbano vivere sotto tenda nelle valli accanto alla gente per capire le situazioni . Meno riunioni a Roma visto che con le tecnologie si possono fare rimanendo sul posto e vivere i problemi della gente incluso i contadini che in questi paesini sono "il motore " di tutte le attività. Mi sembra di capire che tutto questo non avviene ...ed allora ci vuole il coraggio di impiegare tutti gli assetti delle FFAA e l'Esercito in particolare che con i suoi reggimenti genio (incluso il genio dell'Aeronautica ) sono in grado di fronteggiare tutte queste problematiche vivendo in mezzo alla gente fino all'ultimo paesino sperduto.

Rimuovere macerie , costruire capannoni per le stalle e villaggi corimec lo abbiamo fatto i aree del mondo in condizioni ben più difficili che il nostro Appennino ! Una cosa e' certa non si possono vedere mucche e vitellini che muoiono sotto la neve.....o aziende agricole isolate ...Tutto questo avrebbe dovuto far parte di piani di contingenza elaborati subito dopo gli eventi sismici prevedendo assetti operativi (cioè quelli che si sporcano e lavorano) rischierati permanentemente in tutti i paesini, congiuntamente ad una corposa flotta di elicotteri necessari a sopperire la scarsa viabilità terrestre ora in parte bloccata dalla neve !.....I mezzi , gli uomini ed i materiali ci sono ...non riesco a capire perché ciò non sia avvenuto..! Per incapacità? per sottovalutazioni del problema? D'altronde che su queste valli in inverno nevica non e' una novità".
Come non sottoscrivere integralmente le loro parole?
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