BrancaLeoni alle Crociate
- Madama Anna Cecilia Poletti e Messer Angelo
- 17 feb 2019
- Tempo di lettura: 3 min
L’incomprensibile delibera dal sapore feudale.
“Oh gioveni! Quando vi dico seguitemi miei pugnaci, dovete seguire et pugnare! Poche conte! Se no qui stemo a prenderci per le natiche” (da “L’Armata Brancaleone” di Mario Monicelli)

Sindrome da Quintana? Nostalgia dei castelli? Smanie di conquista? Come spiegare l’ultima impennata dell’amministrazione Leoni nei confronti dei territori confinanti che ci riporta dritti dritti a tenzoni medievali? Come definirla? Arrogante? Sciagurata? Goffa?
Il comune di Roccafluvione approva unilateralmente una delibera per prendere un pezzo del Comune di Venarotta: dalla documentazione allegata e dal testo dell’atto stesso si deduce che il Comune di Venarotta non sia stato minimamente coinvolto nella decisione.
“Il Sindaco rende noto al Consiglio i contenuti dell’atto, facendo presente che alcuni residenti nella Frazione Capodipiano del Comune di Venarotta hanno chiesto il passaggio amministrativo al Comune di Roccafluvione, in quanto abitano nelle immediate vicinanze del Capoluogo e di fatto gravitano nel Comune di Roccafluvione per i servizi scolastici, postali, sanitari e altri. Il Sindaco fa presente che il Comune di Roccafluvione si fa carico da tempo della manutenzione del verde pubblico nella Frazione di Capodipiano, per la quale gli viene riconosciuto dal Comune di Venarotta il compenso forfettario annuo di € 500,00. Per quanto sopra, propone che il Comune di Roccafluvione si faccia promotore di una iniziativa di modifica dei confini territoriali, accogliendo quindi la petizione popolare, attraverso una proposta di iniziativa legislativa da presentare alla Regione Marche”.
Il Consiglio Comunale, all’unanimità, ha votato la delibera (di cui abbiamo riportato parte del testo) dichiarandola immediatamente eseguibile visto il carattere di “urgenza”.
In poche parole, recependo una petizione che conta 7 firmatari, propone in Regione l’annessione al Comune di Roccafluvione del lato di strada della zona di Ponte Nativo da tempi immemori appartenente a Venarotta. Il provvedimento inoltre non è soggetto a consultazioni referendarie da parte delle due popolazioni coinvolte.
Al di là della validità della proposta, per certi versi comprensibile visto che i cittadini richiedenti per molti servizi si appoggiano a Roccafluvione, quello che stupisce è il colpo di mano con il quale si è arrivati all’atto. Nella delibera non si fa cenno ad accordi intercorsi con il Comune di Venarotta. Al contrario al Comune di Venarotta è stata inviata “per conoscenza” la comunicazione della delibera alla Regione. Come dire: “Caro Sindaco Salvi, noi ti prendiamo un pezzo di territorio, tu prendine atto”.

Chissà come ci rimarrebbe il nostro prode BrancaLeoni se Il Sindaco di Acquasanta facesse un simile atto per Forcella o se quello di Montegallo si impossessasse di Ronciglioni o Meschia!!!
Sembra che in sede di Consiglio Leoni abbia riferito che il Comune di Venarotta fosse al corrente e pure d’accordo, tanto che l’atto è stato votato con 9 voti favorevoli su 9 consiglieri presenti. Peccato però che di tale parere non si riscontri traccia negli atti.
La scorrettezza del procedimento non è però sfuggita al funzionario della Regione che infatti ha prontamente risposto che la richiesta non è valutabile senza il parere di tutte le parti coinvolte, riferendosi chiaramente all’assenza, nella documentazione, del parere di Venarotta. Ecco dunque che se pur il buon BrancaLeoni avesse voluto far ottenere ai sette firmatari l’ambita appartenenza “a la rocca de lo Fluvione” ha di certo intrapreso senza indugi la via errata, anzi, la via più retta per non arrivare alla meta.
Leggendo il documento si apprende inoltre che lo stesso è stato approvato con carattere di “urgenza”: cioè a Roccafluvione non ci sono problemi più urgenti da affrontare che ridefinire confini territoriali che sono tali da secoli.
Sembrano proprio lontani i tempi in cui si auspicava addirittura la fusione amministrativa dei due Comuni. Ora si spiega come mai la “commissione per la fusione” istituita non si sia mai riunita: più che di fusione tra amministrazioni con pari dignità e diritto di concertazione il nostro BrancaLeoni ha smanie imperiali.
Non è difficile immaginare che a Venarotta non l’abbiano presa bene. In attesa delle dichiarazioni del Sindaco Salvi, a cui abbiamo chiesto di commentare l’accaduto, preferiamo informare i lettori con un tono tra il serio e il faceto, nella speranza che sia tutto frutto di una clamorosa svista. Una svista incomprensibile tra due amministrazioni che condividono la maggior parte dei servizi erogati ai cittadini e che a questo punto del mandato dovrebbero programmare il più possibile insieme. Una svista preoccupante che testimonia una mancanza di dialogo che rischia non solo di rallentare lo sviluppo futuro ma addirittura di far in modo che il Medioevo non sia più solo in una rievocazione storica.



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